Giunto alla gloria anche grazie all’omonima trasposizione in anime per una serie televisiva che andò in onda in Italia a partire dal 1979, circa un anno dopo il debutto sugli schermi giapponesi e due anni dopo l’uscita del primo volume a fumetti nella sua terra di origine, Capitan Harlock è parte di un più ampio universo narrativo, fatto di varie opere, legate da un filo conduttore a volte labile ma sempre presente.

Un filo che unisce il personaggio di successo di un grande maestro ormai affermato nel campo dei manga, alle storie della sua prima opera a fumetti, "Cronache avventurose", del 1953. Realizzato quando l’autore aveva appena 15 anni, la parola Harlock (ハーロック) vi appare come una sorta di grido onomatopeico ed evocativo, destinato ad acclamare le eroiche gesta del pirata protagonista di allora, Capitan Kingston. Lo stesso filo che si snoda fra le altre serie manga: Galaxy Express 999 e Queen Emeraldas, dove il capitano Harlock compare come personaggio secondario ma sempre importante per la continuità del Leijiverse, il mondo immaginario di Matsumoto.

Le avventure di Capitan Harlock trasportano il lettore nell’anno 2977, quando una classe dirigente pigra e corrotta composta da "maiali senza spina dorsale" che inseguono i soli interessi personali, come li definisce con disprezzo l’autore attraverso il protagonista, sta avviando l’umanità all’estinzione. Gli esseri umani, indifferenti e succubi del Governo Unificato della Terra, accettano con apatia la situazione e ignorano persino la minaccia di invasione sferrata al globo terrestre dagli abitanti del pianeta Mazone: inquietanti esseri di fatto appartenenti al mondo vegetale, dalle sembianze femminili, guidati dalla malvagia regina Raflesia.

A proteggere la Terra, nascosto nell’ombra dello spazio, navigando tra le galassie a bordo del suo veliero battezzato Arcadia, è Capitan Harlock; emarginato e braccato come un fuorilegge perché si rifiuta di accettare le regole imposte dal potere. L’Arcadia è un’imbarcazione dall’aspetto minaccioso di galeone pirata di altri tempi, con il tipico Jolly Roger e la torre di controllo, in contrasto con le attrezzature difensive e offensive altamente tecnologiche, tipiche di un’astronave; che ne fanno una nave stellare inespugnabile, la più potente dell’universo. A bordo, oltre al capitano e ad un variopinto equipaggio, la ciurma in cui figurano personaggi leggeri, quasi comici, che sdrammatizzano e alleggeriscono l'atmosfera, viaggia la coscienza del suo costruttore: l’ingegnere Tochiro Oyama, una volta intimo amico di Capitan Harlock e ora parte del computer di bordo.

Tra battaglie epiche e momenti di esaltazione di valori quali amicizia, lealtà, giustizia; non senza un pizzico di malinconia e un po’ di nostalgia, le avventure del coraggioso capitano libero e ribelle si snodano in un universo e in un tempo di fatto difficili da definire con la semplice logica, ma che riflettono le inquietudini e lo spirito critico nei confronti della società, di quella fine degli anni ’70 in cui il manga fu creato. Il lavoro di Matsumoto è però tanto legato ai valori intrinsechi dell’animo umano che, ben lungi dall’essere datato, il personaggio di Capitan Harlock e le sfide che si trova ad affrontare ben si adattano a rappresentare anche le inquietudini e i grandi quesiti personali e sociali dei giovani di questo nuovo millennio.

Oltre alla storia, di Capitan Harlock colpiscono le atmosfere: i "silenzi" delle tavole a doppia pagina in cui l’Arcadia naviga nello spazio. Momenti di pura poesia, prerogativa del maestro dei fumetti Matsumoto, che non ha paura di affidare al disegno piuttosto che alle parole il compito di raccontare.

Dalla prima edizione italiana di Capitan Harlock, del 1993-94, il manga non ha mai smesso di avere un pubblico appassionato e sempre nuovo; senza perdere gli affezionati lettori del passato. Lettori pronti ad accogliere con positiva curiosità i fumetti realizzati dal francese Jérôme Alquié, che ripropongono in chiave occidentalizzata il personaggio dell’affascinante pirata spaziale creato dall’ormai ultraottantenne Matsumoto. L’artista nipponico ha comunque approvato l’operazione, vissuta dal disegnatore francese come una sorta di rispettoso omaggio all’opera dell’ammiratissimo mangaka. I manga originali di Capitan Harlock realizzati interamente da Matsumoto e i nuovi 3 episodi a fumetti della serie Capitan Harlock - Memorie dell’Arcadia, disegnati da Alquié in questo XXI secolo, non possono mancare nella libreria di vecchi e nuovi ammiratori del capitano.