Ideato dal fumettista italiano Silver (pseudonimo di Guido Silvestri) a metà degli anni '70, Lupo Alberto non è l'unico protagonista delle vicende narrate, ma uno dei tanti personaggi che animano l'universo McKenzie.

Il cane Mosè, Enrico la talpa, il papero Glicerina, Alcide il maiale, Krug il toro, ogni personaggio (e ce ne sono moltissimi altri) ha comportamenti umani ed è memorabile, con il proprio carattere, i tic, le fobie, i sogni. Silver rappresenta e racconta con un'ironia sottile e deliziosa tutti gli archetipi del genere umano e, sicuramente, ognuno troverà un rappresentante, degno o meno, in cui identificarsi. A differenza degli altri animali che popolano la fattoria all'interno di abitazioni più o meno confortevoli, Lupo Alberto conduce un'esistenza appartata sotto le stelle, tra alberi e cespugli. Vive da solo nel fitto del bosco, ma non disdegna di fare qualche capatina nella fattoria per incontrare Marta, la gallina di cui è innamorato, sfidando le ire (e il fucile a pallettoni) dell'amico-nemico Mosè, il gigantesco cane da guardia che sorveglia il pollaio.

Impossibile non provare immediatamente simpatia per il personaggio di Alberto che vive su un'eterna altalena, che oscilla tra il fascino della vita ribelle da lupo solitario e la calma e rassicurante quotidianità della vita da fidanzato, all'interno della fattoria, dove, nonostante sia un lupo, è benvoluto da tutti. Anche Mosè, quando non è impegnato a sparargli con il fucile caricato a sale o a rincorrerlo con una mazza da baseball (ma senza mai fargli veramente male), si perde con Alberto in divertentissimi dialoghi semi-esistenziali.

Ai personaggi meravigliosi si aggiunge il tocco unico dell'ironia di Silver, che prende in giro tutti gli aspetti della vita in modo a volte gentile, altre graffiante, ma sempre originale.

Se a tutto questo poi aggiungiamo un tratto semplice ma talmente efficace che basta una singola vignetta, addirittura una sola espressione, per raccontare uno stato d'animo, ecco che il successo di Lupo Alberto appare chiaro e meritato agli occhi di tutti.

Le storie di Lupo Alberto avrebbero dovuto esordire nel 1973 sotto forma di strisce comiche con il titolo "La fattoria Mackenzie" sulle pagine della rivista "Undercomics", ma fecero la loro prima apparizione pubblica un anno dopo, nel 1974, all'interno del "Corriere dei ragazzi". Le strisce, caratterizzate da una comicità fresca ed arguta e da personaggi divertenti, raccontano vicende semplici, la quotidianità della fattoria (e del bosco) e divennero subito un successo. Lupo Alberto fu inserito in numerose altre riviste, le strisce divennero tavole e le vicende, narrate in poche vignette, si trasformarono in vere e proprie storie. L'umorismo si fa sempre più tagliente, trasformandosi a volte in satira sociale, altre in parodie di film e serie a fumetti più blasonate, ma senza mai perdere la spontaneità e quel senso di leggerezza che rende ogni visita alla fattoria McKenzie un'esperienza divertente e delicata. Il successo è sempre maggiore: volumi monografici, gadget, poster, collezioni delle prime strisce (ormai storiche), una rivista mensile fino alla tv e i videogiochi. Dagli anni '80 Lupo Alberto è divenuto anche testimonial di campagne sociali importanti, promosse da ministeri o organizzazioni nazionali e internazionali. Un fenomeno cult apprezzato ed amato da generazioni di lettori, che viene pubblicato in tutto il mondo.