Nicco è giovane, ironico, spiritoso, perfino profondo. C'è solo un piccolo problema: la sua ragazza, Alessia, l'ha lasciato dicendogli soltanto "Mi dispiace". Per lui questo è impossibile da accettare: un anno di fidanzamento stupendo, allegro, intenso cancellato senza spiegazioni. Per fortuna che c'è Ciccio, ex compagno di scuola ai tempi del liceo un po' boro, molto simpatico e pieno di energie, che trascina Nicco per feste, aperitivi e cene. Ciccio non l'ammazza niente e nessuno. Da un anno ama due fidanzate, lavora con internet e smercia musica e film illegalmente. E fa tutto come se fosse la cosa più normale del mondo. E uno che si arrangia, ma lo fa alla grande. Cavalca le occasioni che la vita gli serve su un piatto d'argento. Nicco no. Nicco si fa un sacco di problemi ed è azzoppato da molti rimpianti. Da quando suo padre non c'è più si colpevolizza per tutte le volte che non gli ha detto ti voglio bene. E si dà dello scemo per tutte le volte che sentiva di amare Alessia, senza mai trovare le parole per dirglielo. Una sera in cui Roma è "friccicarella" arrivano nella sua ammaccata esistenza due turiste americane. Ciccio e Nicco le arpionano come solo gli italiani sanno fare. L'estate, la bellezza e la voglia di vivere un sogno si impossessano delle giornate dei quattro ragazzi con la vita in tasca e il vento nei capelli, offrendo a tutti i protagonisti una chance di felicità. Riuscirà Nicco a fare entrare la straniera nel suo cuore? Darà finalmente voce a questo nuovo sentimento?
Moccia tenta di emulare a trecentosessanta gradi il linguaggio orale dei giovani, spesso rasentando la macchietta, con il risultato di proporre in venti pagine cento/duecento cioè, istigando in questo modo il lettore ad abbandonare subito la lettura (se non proprio a scaraventare il libro dalla finestra!!). E nemmeno la scelta di lasciare tanti dialoghi in inglese aiuta a risollevare le sorti del romanzo che, al contrario, diventa ancora più indigesto. I personaggi sono tutti stereotipati e alcuni persino caricaturali (vedi Ciccio). La storia non decolla mai e alla fine il libro diventa una successione di luoghi da cartolina e ristoranti, con analitiche descrizioni dei cibi mangiati e dei costi sostenuti!! E anche sentimentalmente, nonostante il tentativo sistematico di far leva sulla morte del padre, il romanzo non convince e non appassiona il lettore. Tuttavia bisogna anche riconoscere all'autore la conoscenza del mondo giovanile e delle relative situazioni più ovvie, in cui tanti ragazzini possono ritrovarsi.
Aurelia Colucci - 23/10/2013 15:05
luigi.pizzi1 - 12/10/2013 20:49