Come prosegue la trama di Tokyo Revengers?

Takemichi, venendo a sapere della morte di Hinata, ne rimane tristemente sconvolto. Un giorno uscito dal lavoro e aspettando il treno qualcuno lo spinge sotto i binari ma quella che si pensava fosse una brutta fine, si rivela infatti il principio. Sì, perché in un attimo Takemichi si ritrova alla stazione di Shibuya mentre è nella metro, ma con 12 anni in meno, ovvero ai tempi delle scuole medie.

Insieme ai suoi quattro fedeli amici del tempo che compongono la gang dove lui è il secondo in comando, si trova da subito in una situazione paradossale: si trova ad affrontare insieme ai suoi compagni dei ragazzi di terza media di una scuola rivale. Dopo essere stato picchiato a sangue insieme ai suoi amici i ragazzi della scuola rivale rivelano di far parte della Tokyo Manji Gang (anche detta Toman). Takemichi associa subito i ragazzi alla morte della sua prima fidanzata e decide di fare qualcosa, cioè di entrare nella Toman e scalare i ranghi fino a diventare comandante.

Il suo ragionamento è molto semplice: se ci fosse lui a comandare la banda, non avrebbe permesso l’incidente di Hinata. Scopre quindi casualmente di poter viaggiare avanti e indietro nel tempo semplicemente stringendo la mano di Naoto Tachibana, fratello più piccolo della sua fidanzata Hinata. Grazie anche ai consigli del Naoto del presente (che è diventato un poliziotto, anche lui con lo scopo di proteggere la sorella) viaggia indietro nel tempo al momento della sua giovinezza e a quando la Toman si stava allargando.

La scalata al potere inizia bene in quanto Takemicchi (viene soprannominato così) entra nelle grazie di Manjiro Sano, comandante indiscusso della Tokyo Manji Gang, ma anche del numero due Ken Ryūgūji soprannominato Draken. Iniziano qui una serie di vicende a dir poco spettacolari che coinvolgeranno il protagonista e molti altri personaggi.

Un’opera magnifica che colpisce sin dal primo volume grazie all’impatto e la forza della storia molto adulta, molto forte e a dei disegni chiari e puliti caratterizzati da dei tratti molto arrotondati. Quello su cui punta l’autore sono sicuramente i personaggi, ben definiti sia nel carattere che nella personalità già matura anche se rimangono a tutti gli effetti dei ragazzini.

Quello che colpisce di questo fumetto togliendo il compartimento grafico che è molto valido, è la storia che si sviluppa: un gruppo di ragazzini creano una banda con lo scopo di crearsi un futuro migliore. Ci riusciranno? Nei viaggi del tempo di Takemichi si vedrà qualche scorcio di futuro e si faranno scoperte che lasceranno i lettori a bocca aperta.

Lo sviluppo della storia è davvero intrigante, non riuscirete a smettere di leggerla perché vi catapulterà in un mondo di gang di motociclisti, risse da strada, armi, onore, rispetto e approfondirà molti temi caldi e molti problemi della società come la gestione dei minorenni pericolosi o che comunque si sono messi su una cattiva strada. Le proporzioni del disegno sono abbastanza precise, e si notano molti contrasti tra il bianco ed il nero. Nero che è un colore fondamentale nell’opera di Ken Wakui, infatti le divise dei membri della Toman sono di colore nero e spiccano sempre nella pagina.

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